La porta per i sogni

spettacolo adatto ai ragazzi dai 10 anni in avanti (per tutti)

con Carlo Bordi, Giulia Canali, Gaia Cantarelli,
Beatrice Carra, Stefano Cattani, Filippo Cossalter,
Massimo Delle Donne, Roberto Verni, Maria Chiara Laghi, Maria Teresa Lonetti,
Fabio Martelli, Boris Pesci e Patrizia Tiberti
luci Lucia Manghi
musiche Patrizia Mattioli
regia Ilaria Gerbella

La porta per i sogni è nato dall’esperienza dei partecipanti al laboratorio teatrale più avanzato, che hanno messo a frutto l’esperienza accumulata durante diversi anni di pratica teatrale e sono stati guidati nella realizzazione globale di uno spettacolo, dalla scrittura della sceneggiatura alla creazione di scenografia, costumi e maschere. Portato in scena per la prima volta durante la stagione estiva 2010, come esito di questo laboratorio, è tornato in scena durante la stagione successiva come produzione eUROPA tEATRI,e proposta anche agli studenti della scuola secondaria.

Liberamente tratto da “Pinocchio” di Carlo Collodi – e non dalla versione disneyana che ne è stata tratta – La porta per i sogni è uno spettacolo che non racconta solo le avventure di un burattino, ma parla anche del processo della crescita, del passaggio dal mondo dei bambini a quello degli adulti, con le sue decisioni e le sue responsabilità. Fra questi mondi c’è una porta, e varcarla significa visitare luoghi straordinari, pieni di balocchi e divertimenti, dove ci si può perdere. E allora richiede coraggio anche tornare indietro, e imparare a crescere. A volte basta un passo, solo un piccolo passo per andare al di là della porta. Un passo. Per lasciarci alle spalle tutto ciò che ci aspettiamo dall’adulta normalità. Un passo per entrare nel sogno. In una bolla sospesa di follia e colorata leggerezza. Quella dei bambini. Talmente bambini da trasformarsi in balocchi.

E in questa bolla galleggiano marionette, visi di cartapesta e pupazzi da carillon, piuttosto che uomini e donne. C’è una voce, tra loro, che dice di restare, e di restarvi impigliati, in questi balocchi, per sempre. Ma c’è anche una voce che ci comanda di uscire, di svegliarci, di crescere. Cosa sia giusto non è dato saperlo. Se non nel battito più profondo e più vero di ognuno di noi.

Una porta rossa segna il confine tra mondo onirico e realtà, tra infanzia e acquisizione di responsabilità: e Pinocchio, tolto quel simbolico, lungo naso, varcherà quella soglia per entrare nel mondo dei grandi, una scelta necessaria e malinconica, mentre sulla scena, dietro quel limite, restano i personaggi fantastici della straordinaria avventura collodiana […] Giacca rossa e berretto dello stesso colore per il protagonista, che si annoia con i buffo Grillo Parlante. Pinocchio si lascia quindi coinvolgere dalla seducente coppia del Gatto e la volpe. Perenne il senso di colpa per l’amato Geppetto. Efficaci in particolare alcune soluzioni, come per la grande ombra della Fata, sorella e madre, presenza affettuosa per quella creatura di legno che ancora resiste al principio di realtà, alla necessità di crescere, diventare persone affidabili, coscienziose. Molto pubblico al Teatro Europa, divertimento per adulti e bambini.

(dalla recensione di Valeria Ottolenghi per Gazzetta di Parma)

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