PREGHIERA
… COME L’ATTO DI PRONUNCIARE LE PAROLE
DELLA PREGHIERA PUO’ GENERARE LA PREGHIERA
S. Weil
PREGHIERA
… COME L’ATTO DI PRONUNCIARE LE PAROLE
DELLA PREGHIERA PUO’ GENERARE LA PREGHIERA
S. Weil
…come l’atto di pronunciare le parole della preghiera può generare la preghiera
(S. Weil)
Preghiera è un testo che ho scritto per Silvia Pasello. E’ nato dalla necesssità di parlare di una disperazione che accompagna certe vite dedicate all’arte; del dolore che riguarda l’individuo di fronte a un mondo che appare senza possibiltà di redenzione; e del silenzio di Dio. Avevamo bisogno di stare dentro un fiume di parole per far tornare alla fine un silenzio carico di echi e ricordi potenti; volevamo esercitare la forza del dire e il suo farsi azione. Lo leggerò nudo e crudo. Diventerà un giorno uno spettacolo dal titolo Preghiera ai piedi della scala.
Recitare si dice di un testo e si dice di una preghiera. E’ l’atto che origina da un desiderio, da una necessità, dallo sforzo di compiere azioni di cui si riconosce tutta l’inutilità, la fragilità, la vanità, così come la fatica. La fatica è estrema come quella della formica che non rinuncia a raccogliere, eppure il suo atto è grido silenzioso più forte di tutte le odi o i canti dei secoli. Ma se non avessimo la speranza di essere di nuovo ascoltati o compresi non varcheremmo quella soglia, non accoglieremmo quel buio, non avremmo ancora parole da dire. Ma se non avessimo il desiderio di agire l’inutile così come il vano, se ci bastasse la speranza, non vivremmo della necessità dell’atto. Recitare si dice di un testo e si dice di una preghiera.
LIBERAMENTE ISPIRATO A “FRANKENSTEIN” DI MARY SHELLEY
sabato 15 maggio ore 18 e ore 21.15
Europa Teatri
lettura a cura di Silvia Rubes
Silvia Rubes
Collettivo Savannah: Silvia Pasello, Valeria Foti, Giulia Traversi, Silvia Rubes
La città del Teatro di Cascina
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