Lo spettacolo nasce dal laboratorio Genere e Disabilità promosso dalla Provincia di Parma e condotto da Franca Tragni nel 2011, e ha da allora replicato circa 10 volte, ad esempio in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, sia per il pubblico adulto che per quello degli istituti superiori del territorio parmense, per offrire la possibilità di assistere a una rappresentazione in cui si riflette su cosa significa essere, in questo preciso momento storico, sociale e culturale, essere donna e disabile, e cioè in una condizione doppiamente difficile da affrontare. Si riflette, però, senza ricorrere a facili pietismi o al tono drammatico a tutti i costi, ma utilizzando le potenti armi del comico, dell’ironia e dell’autoironia, che più di ogni altra cosa sono in grado di smontare pregiudizi e luoghi comuni.
In scena insieme a Franca Tragni, Virginia Canali, Alessandra Cinque, Giuliana Costanzo, Annalisa Dall’Asta, Fernanda Esposito ed Elisa Longeri parleranno di amore, indipendendenza, sessualità, paure e desideri: la necessità di affrontare questi argomenti con le proprie parole e il proprio corpo in scena è scaturita dalle stesse partecipanti allo spettacolo, che si snoda in un’atmosfera che alterna il registro delle confidenze e dei pettegolezzi fra amiche, anche con un po’ di liberatoria malignità, a momenti di riflessione più lirica e profonda.
Il bellissimo, intenso, commovente e divertente spettacolo […] è la riflessione schietta, a tratti pungente e spiazzante, di un gruppo di donne (alcune disabili e altre “normodotate”) che si confronta con la realtà. Così, da un muro fatto di immagini patinate di giornale, dalle quali ammiccano volti di attrici e modelle “perfette” escono le sette interpreti ognuna con una spazzola in mano (metafora dell’essere “ordinata e pettinata”) e ognuna pronta a raccontare una verità, a spettinarsi in pubblico, a cantare coraggiosamente la propria individualità.
(dalla recensione di Cristina Pedretti per Gazzetta di Parma)