Grandi e cattivi

Spettacolo adatto a ragazzi dai 9 ai 14 anni

di e con Francesco Marchi e Chiara Rubes
ideazione luci Lucia Manghi

Nella foresta del crescere

si trova

il fiore dell’identità

Grandi e cattivi. Ma chi?

Grande è l’adulto, il genitore, l’educatore e la guida.
Grande diventa il cucciolo, il bambino, il figlio e l’allievo.
Cattivo diventa il grande quando perde sensibilità e controllo. Quando agisce senza coscienza: alza la voce, non ascolta ragioni o semplicemente da regole dure da seguire. E così esce fuori l’orco che è in lui. L’urlo dell’orchessa, l’irruenza del gigante. La minaccia che si fa fame di giovane carne umana.

Cattivo diventa il piccolo quando, crescendo, ha a che fare con le prime responsabilità, quando vedendo il suo corpo trasformato e sentendosi più forte, comincia a rivendicare una libertà senza regola né prezzo. Non è più disposto a rispettare il grande perché deve costruire la propria identità. Disubbidisce, ruba, racconta frottole, risponde male e si chiude in camera o scappa.

Eppure nell’immaignario fiabesco il giovane, attraverso varie peripezie, consuma il suo ruolo di eroe, quindi di buono.
Mentre gli antagonisti -orchi, orchesse, genitori, matrigni e matrigne- fungono da opposizione necessaria durante questa fase liminare, quindi da cattivo.

La nostra riflessione, concependo queste due facce come aspetti complementari di un’incomunicabilità fra generazioni, opera una ricomposizione degli schemi fiabeschi, mettendo in nuce l’umanità dell’antagonista per stimolare un ampliamento della visione dell’altro, il diverso.

Apriamo gli occhi su queste due umanità: ragazzi in crescita e adulti in difficoltà come guide, entrambi resi “cattivi” dal momento.
È il teatro alla fine che può rivelarsi sintesi di questo conflitto.

Video

Galleria

/* CAMBIA TRADUZIONE IN PAGINAZIONE GALLERIA */