Swan
molto lontanamente ispirato a Swan Lake di P. I. Tchaikovsky
ideazione e interpretazione Aldo Rendina
accompagnamento alla creazione Federica Tardito
ri-elaborazione musicale Alessandro Achilli
disegno luci Lucia Manghi
costumi e scene a cura della compagnia e Roberta Vacchetta
produzione compagnia tardito/rendina
coproduzione Sosta Palmizi e eUROPA tEATRI
Swan, solo, chiuso nella sua stanza, covando il bisogno di fantastico, surreale. Un approccio al Lago dei cigni come moto per rinascere fedele a nessuna versione.
Sono partito da alcuni elementi intorno all’opera Il lago dei cigni senza volerne fare una rilettura, percorrendo la via di un libero approccio. È stato un lungo covare, quella dimensione che comprende la cura, la vigilanza, l’attesa della schiusa, in fiducia che parlasse il frutto della creazione, cercando di non incanalare anzitempo i suoi germogli.
Si scorge un uomo e il suo dare spazio a quel bisogno di fantastico, surreale, grandi sogni e piccole magie. Ne emerge l’innocenza, la parte fanciullesca che gioca scavalcando l’età, entrando in più stanze della propria anima, insieme al bisogno di evasione e ribellione. Sullo sfondo un lago dalla superficie increspata dal quale emergono nuovi differenti cigni, inevitabile l’incontro con i miti contemporanei e l’immortalità.
Nello scorrere, emerge un forte spirito gioioso, espresso dal gioco e libertà.
Come un esploratore mi sono messo in viaggio, in fondo per trovare il coraggio di uccidere il Cigno.