Mechthild

progetto di Ilaria Gerbella
azione scenica Loredana Scianna
musiche di scena eseguite dal vivo Patrizia Mattioli
testo e regia Ilaria Gerbella
luci Lucia Manghi

Matilde di Magdeburgo, beghina e mistica vissuta nella Germania nel XIII secolo.

Di lei non abbiamo notizie biografiche documentate, se non per quello che lei stessa ci racconta nella sua opera, “La luce fluente della divinità”; ci racconta della sua prima visione a 12 anni. Esperienza che la porterà, per libera scelta, ad unirsi al movimento delle beghine di Magdeburgo a favore di una vita di preghiera, visioni, duro lavoro e penitenza, ma tuttavia rimanendo salda sulla sua intenzione di non prestare mai i voti ad alcun ordine, affermando così di essere padrona di sé stessa e delle proprie scelte.

Matilde scriverà la sua esperienza mistica su foglietti, sarà proprio il suo confessore Heinrich a ricompattare nell’opera che noi ora possiamo leggere oggi, “La luce fluente della divinità”. Un trattato veramente visionario, sul tema della mistica nuziale.

È la sua indagine su questo tema che la rende un’autrice fuori dal comune. Un’autrice che insegna e trasmette la sua visione passo a passo, tanto che la sua opera le procurerà tantissimi ammiratori, ma anche tanti potenti detrattori.

Al punto, che ormai 60enne sarà costretta a lasciare la comunità beghina e ad entrare prendendo i voti nel monastero cistercense di Hefta, dove resterà fino alla morte nel 1282.

Lo spettacolo vede in scena un’attrice che interpreta l’essenza di Matilde di Magdeburgo, i suoi pensieri e i suoi dubbi scaturiti da visioni e dal un rapporto di profondo erotismo con il divino, attraverso il quale celebra il legame unitivo dell’Anima col Dio, tramite ciò che lei chiama l’amore perfetto. Rappresentando così una modalità poetica e fortemente figurativa, uno dei temi centrali nella ricerca spirituale del periodo, la mistica nuziale; diventa qui motivo di indagine per giungere all’essenza del cuore di Machthild, donna rivoluzionaria nell’agire e nel pensiero.

Ilaria Gerbella

La composizione musicale di Mechthild è caratterizzata da una sonorizzazione ad “alta temperatura”, che unita alla musicalità del testo, delle immagini e della sensualità vibrazionale della parola, ispira e canalizza il dialogo con il divino. La partitura diviene ve-e-mente e impetuosa. Un’orchestrazione cardiaca.

Patrizia Mattioli

Ho cercato Mechthild tra le pieghe delle mie rughe, nell’incavo dei gomiti e delle ginocchia, nella sapienza delle mani e dei piedi. Mechthild è la trascendenza della carne, un corpo-anima mai disgiunto (per una volta, finalmente), un qui ed ora che riverbera un altrove e un altro tempo senza fraintendimento o compromesso alcuno. La sua esperienza mistica non rinnega l’Umano, semmai lo esalta, senza compiacimento, portandolo tra le stanze del Divino a cui appartiene di diritto. Nella pelle di questa donna estremamente libera, non ci si può che integri.

Loredana Scianna

Video

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